Sequestri e chiusure: la lotta alla pirateria rivela che oggi….

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Importante l’operazione della Guardia di Finanza di Milano, nota con il nome in codice “Camaleonte” coordinata dalla Procura della Repubblica di Milano. Sono stati posti sotto sequestro tre forum che consentivano il download di materiale audiovisivo e software protetti da Copyright, nonchè l’inibizione in Italia di Isohunt, noto motore di ricerca per il materiale Torrent, nonché di dendi86download.com e lascena.net. Importante, perché riesce ad arginare in qualche modo un fenomeno che ogni giorno sembra crescere in maniera incontrollata. I numeri, anche in questo caso, sono davvero rilevanti: oltre 2 milioni di utenti registrati avevano accesso a 400.000 download di opere illecitamente diffuse, protette dal diritto d’autore.

La visione dei film in streaming o il download di software o materiale protetto è diventata, col passare degli anni, molto complessa. Spesso gestiti da cracker in erba o ragazzi che a con estrema superficialità, realizzavano piccoli forum o blog portali che consentivano di scaricare dalla rete, guadagnando qualche spicciolo da banner o programmi di affiliazione. La lotta alla pirateria, che attua oggi un controllo più capillare, scoraggia i possibili i ideatori in maniera più determinata rispetto al passato.

Che il concetto di Copyright sia obsoleto meriti di essere riformato, questo è decisamente fuori ogni dubbio. Ma questo non giustifica sicuramente il fatto che le leggi in vigore possano essere in qualche modo violate. Alcune indagini condotte negli anni passati dalle Major cinematografiche hanno sminuito il danno provocato dai download illegali di film e programmi di intrattenimento, che oggi, in un’epoca in cui la visione in HD è quasi superata, vengono proposte dai pirati utilizzando una qualità audiovisiva davvero molto bassa. Inoltre, Dietro a sedicenti portali potrebbe nascondersi un giro di denaro davvero rilevante, e spesso ingiustificato.

Il blocco degli accessi dall’Italia rimane invece una misura restrittiva inefficace e facilmente bypassabile, che rivela una sorta di difficoltà nella punibilità internazionale dei reati di questo tipo. Basta infatti che l’utente di colleghi tramite proxy o cambi i DNS della propria connessione – operazioni del tutto lecite – per consentire l’accesso ai siti web inibiti. Tutto questo nonostante Isohunt sia uno dei quattro maggiori “portali torrent della lista nera” del Dipartimento di Commercio degli Stati Uniti, assieme a The Pirate Bay, Kat.ph e Torrentz.

In questo settore c’è molto da lavorare.
 Lo streaming e i download dalla rete, dalle nuove connessioni ultraveloci, consentono oggi prospettive inaspettate, sfruttabili senza infrangere la normativa vigente e senza causare alcun danno economico a terzi. Sarebbe forse più corretto valutare la possibilità di creare dei download legali, controllati dalle major, che potrebbero guadagnare dalla vendita degli spazi pubblicitari o da piccoli abbonamenti. I tempi, ora, sembrano più maturi rispetto al recente passato.

  • 04/08/2013